La natura negli ultimi anni si sta riprendendo i suoi spazi in casa e non solo. Un’esplosione di vegetazione tra piante grasse, felci, piante aromatiche ed esotiche che conquistano ristoranti, uffici, negozi e invadono anche il mondo dei social media. Questo fenomeno è molto più di una moda passeggera, è una vera e propria consapevolezza da parte dell’umanità di quanto sia importante restituire dignità alla natura. Le piante da interni hanno un grande valore sia funzionale che estetico poiché oltre ad abbellire, riducono l’inquinamento acustico, migliorano la qualità dell’aria aiutando addirittura a combattere lo stress.
Sono stati i millennials a contribuire a questa avanzata “green” poiché spesso vivono in appartamenti con balconi dalle dimensioni ridotte, dunque gli interni delle abitazioni diventano dei veri e propri giardini privati. Le piante per gli architetti e i designer sono diventate dunque nuovi elementi vivi, utili alla realizzazione di una nuova visione degli spazi.
Storicamente però l’utilizzo delle piante era un privilegio di poche persone e solo in epoca vittoriana l’usanza di possedere piante in casa iniziò a prender piede anche tra il ceto medio. Elementi che caratterizzavano le architetture vittoriane come, ad esempio, le grandi finestre sporgenti e le verande, nascono proprio da questa moda. Ad inizio ‘900, per fare spazio ad una concezione di abitazione più moderna, l’attenzione verso la vegetazione diminuirà, portando a rendere minimale gli ambienti e dunque a ridurre notevolmente la quantità di piante in casa. Da questi anni e per gran parte del ‘900 saranno relegate agli ambienti esterni e troveranno giustizia solo su disegni d’interni per finestre, tessuti e altri oggetti di utilizzo comune. Con l’avvento però del post-modernismo e dunque di un disordine più veritiero del design di interni, le piante tornano a far parte della vita casalinga esplodendo negli anni ’80 ed invadendo tutti gli ambienti della casa e come per il secolo passato anche nelle grafiche e stampe architettoniche.
Arrivando ai giorni odierni, per via di un’attenzione che sempre più si fa forte nei confronti del cambiamento climatico e del nostro pianeta, e cercando di abbandonare lo spreco di risorse con il grande consumismo, il ritorno alla riscoperta della natura è galoppante invadendo piacevolmente gli ambienti architettonici di tutti i tipi: dalle abitazioni ai locali commerciali sino alle aree di lavoro.
Vediamo allora come arredare con le piante e far parte di questo movimento “green” che può solo portare del bene nella società.
La distribuzione delle piante segue comunque i principi architettonici e del design: si deve innanzitutto decidere se disporle in alcune aree della casa oppure ricreare un vero e proprio effetto giungla ed il tutto tenendo conto dello spazio a disposizione, della luce ed anche della disposizione degli ambienti.
Per fare degli esempi ci sono piante come il pothos o le piante grasse che hanno una grande resistenza anche ad alte temperature e possono aver bisogno di pochissime attenzioni, altre come l’aloe hanno bisogno di ambienti umidi, mentre altre come la kenzia hanno si bisogno di luce ma non diretta.
L’ingresso è il luogo che ci accoglie quando torniamo a casa e dovrebbe avere un aspetto curato e piacevole; di solito può essere scarso di luce ed essere anche di piccole dimensioni quindi potrebbe essere utile arredare con una sansevieria, che ha un portamento longilineo, non globoso, e quindi occupa poco spazio.
Per quanto riguarda il salotto, le piante possono essere disposte ovunque: vicino al divano oppure vicino ad una libreria si potrà optare sicuramente per piante alte che creano un effetto scenico, su mobili e mensole si possono disporre quelle pendenti che donano un effetto “jungle” d’impatto molto piacevole, se poi si hanno spazi ampi si può osare con piante di grandi dimensioni come la Monstera Deliciosa oppure il Ficus Benjamina.
Il bagno, ambiente che quasi mai è adoperato per disporre le piante, è invece un luogo ideale per tutte quelle che hanno necessità di umidità quali le felci, la sansevieria oppure l’aglanoema.
Per quanto riguarda invece la stanza da letto, dopo tanto tempo è stato sfatato il mito per cui le piante non possono essere disposte al suo interno poiché “rubano” ossigeno durante la notte non compiendo la fotosintesi. Sicuramente è bene non disporle affianco alla testata del letto, ma per chi ha a disposizione un grande ambiente, le piante possono contribuire a creare una sensazione di pace e benessere.
Per chi invece volesse disporre la vegetazione in pochi angoli più appartati evitando l’effetto giungla, basterebbe disporre anche semplicemente una pianta nella zona salotto, soprattutto se moderno, poiché aggiunge movimento allo spazio senza sovraccaricare l’ambiente. In questo caso, qualora se ne vogliano inserire altre, la disposizione delle piante dovrebbe avvenire secondo dei “layer”, cioè le più alte sullo sfondo fino a digradare alle più basse giocando con il fogliame e le colorazioni.
Che tu voglia un effetto super green oppure più delicato, la vegetazione sta entrando man mano nel nostro modo di vivere quotidiano e sarebbe un’abitudine da non abbandonare mai.