Realizzare la copertura degli ambienti esterni di un’abitazione – come balconi, giardini e terrazze – significa spesso modificare radicalmente un ambiente, in quanto si opera una vera e propria trasformazione da uno spazio aperto a uno spazio chiuso.
Ciò, però, non implica necessariamente che l’outdoor diventi indoor, piuttosto si crea uno spazio ibrido, in cui le due caratteristiche si fondono e danno vita a delle “stanze all’aperto”, fruibili in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione climatica.
Come avviene questa trasformazione? Attraverso sistemi più o meno innovativi come:
I pergolati e le tettoie tradizionali sono strutture realizzate al fine di adornare e ombreggiare giardini o terrazze. Consistono in un’impalcatura, generalmente di sostegno, costituita da due (o più) file di montanti verticali riuniti superiormente da elementi orizzontali, posti ad una altezza tale da consentire il passaggio delle persone. I pergolati, per loro natura, sono dunque strutture aperte su almeno tre lati e nella parte superiore. Solitamente, sono realizzati con travi di legno, ferro battuto o muratura.
Il loro fascino è in gran parte dovuto alle piante rampicanti che arricchiscono questa impalcatura. Possono essere viti, glicini o meravigliose bouganville che creano zone d’ombra. Questa tipologia di copertura evoca atmosfere e scenari che richiamano l’architettura mediterranea del passato. Le varie colorazioni del legno e del ferro battuto, inoltre, permettono di adattarsi a qualsiasi contesto e a qualsiasi stile.
Il maggiore vantaggio di questa scelta è la semplicità di installazione e il costo, decisamente inferiore rispetto ad altre soluzioni. Per quanto riguarda le pergole, se realizzate con materiali leggeri e facilmente amovibili, rientrano all’interno di opere di edilizia libera, quindi non richiedono permessi edilizi. Se la si vuole installare su di un balcone, terrazzo e attico condominiale allora andrà richiesta l’autorizzazione del condominio e la CILA, facendo attenzione sempre ai confini. Per quanto riguarda le tettoie, essendo coperture stabili e non amovibili, hanno bisogno per essere installate del permesso di costruire.
Le pergole bioclimatiche nascono per rispondere all’esigenza di vivere gli spazi esterni in ogni periodo dell’anno, senza rinunciare a un design essenziale e innovativo, capace di adattarsi a qualunque tipo di contesto paesaggistico. La più importante differenza tra la pergola classica e la bioclimatica sta nel tetto. Nella pergola classica la copertura è un telo in PVC, mentre nella pergola Bioclimatica la copertura è composta da una serie di lamelle in alluminio, permettendo il controllo della temperatura al suo interno. Una pergola bioclimatica rispetto invece alla Serra bioclimatica (che deve per forza far parte delle mura domestiche), può essere sia addossata a una parete della casa oppure è autoportante.
Queste pergole aderiscono a un’idea di architettura trasparente, con l’obiettivo di rendere quasi impercettibile il confine tra ambiente interno e spazi esterni. Uno spazio confortevole per ripararsi dalla pioggia in inverno, proteggersi dai raggi solari in estate, godersi la brezza in primavera, osservare i colori d’autunno.
È composta da due elementi fondamentali, la struttura e la copertura. La copertura è costituita da lamelle elettrizzate mobili, che possono essere orientate in modo da regolare la quantità di luce che filtra all’interno e la ventilazione. In inverno offrono un ottimo riparo contro la pioggia e le intemperie. Le lamelle possono essere inclinate in modo da serrare perfettamente la copertura, rendendola completamente impermeabile. L’installazione di questa tipologia di pergola è disciplina dal Regolamento di Urbanistica Comunale, derivante da leggi Regionali che fanno capo al Testo Unico dell’Edilizia emanato dal Governo. In linea generale le Pergole Bioclimatiche rientrano nell’edilizia libera quindi non richiedono permessi particolari per l’installazione. Inoltre, non è richiesta neanche l’autorizzazione paesaggistica se si installa una pergola sotto ai 30 mq.
La serra bioclimatica è un volume addossato o integrato a una parete della casa, realizzato con vetri basso emissivi, in grado di immagazzinare il calore dei raggi solari, riscaldando gradualmente l’ambiente e creando una temperatura ottimale. Attraverso l’irraggiamento solare e l’adeguata aerazione, infatti, si riesce a ottenere un accumulo di calore che permette di mantenere una temperatura costante in modo naturale, in tutte le stagioni. È considerato un vano tecnico e per questo, al contrario della veranda, non necessita di residui di cubatura. Per la sua realizzazione bisogna affidarsi a un tecnico, che dovrà stimare la prestazione energetica e dimostrare che tutti i requisiti siano soddisfatti. Una serra bioclimatica è una soluzione ecologica che deve rispettare i seguenti criteri:
I vantaggi di avere una serra bioclimatica sono molteplici: il risparmio energetico, in quanto riduce le spese di riscaldamento e raffreddamento; un miglioramento del comfort abitativo sia d’inverno che d’estate; un incremento del valore economico di mercato dell’immobile; l’aspetto fiscale, dato che l’implementazione dello spazio abitabile non è esposto a tassazione, a differenza di quanto accade con le verande. Questo è un dettaglio non trascurabile della questione: le serre bioclimatiche vengono infatti considerate opere di bioedilizia e il cosiddetto volume tecnico aumenta la cubatura senza che siano necessari permessi di costruzione. Ci sono ovviamente norme a livello regionale che disciplinano la costruzione di una serra solare e in assenza di una disciplina regionale, la serra solare costituirebbe un ampliamento abitativo come fosse una veranda. Molte Regioni per risolvere queste problematiche disciplinano la costruzione di serre solari qualificandole come manufatti, volumi accessori o come volumi tecnici, già accennato inizialmente.
La classica “veranda all’italiana” è definita come un locale o uno spazio coperto - avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico - chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili. È caratterizzata quindi da ampie superfici vetrate, di solito sviluppate su tre lati, che all’occorrenza si aprono tramite finestre scorrevoli o a libro.
Dal punto di vista edilizio, la veranda determina un aumento della volumetria dell’edificio e una modifica della sua sagoma, quindi richiede il permesso di costruire. In ogni caso è necessario informarsi sui regolamenti comunali e ottenere il permesso a costruire, al fine di evitare degli abusi edilizi. Una veranda può essere realizzata senza permessi quando la chiusura avviene tramite un telaio amovibile, quindi quando non è fissato al pavimento in modo permanente.
Lo Studio FAD può seguirti nella realizzazione di ciascuna di queste soluzioni che, soprattutto negli ultimi tempi - a seguito della pandemia - hanno visto un incremento della domanda. Abbiamo, infatti, riscoperto il valore degli spazi aperti e l’importanza di avere, soprattutto all’interno delle nostre abitazioni, aree in cui sia possibile respirare a pieni polmoni e godere una piccola oasi di relax e benessere.