La stazione marittima di Zaha Hadid a Salerno in pieno degrado

Un gioiello da preservare nonostante la mancanza di cura e lavori approssimativi.

Per nostra fortuna, sia per lavoro che per piacere, siamo spesso in giro per l’Italia. Ciò permette di soffermarci ad ammirare le bellezze del nostro Paese e, lì dove presenti, anche le nuove creazioni architettoniche che possono diventare, oltre che funzionali al luogo in cui sono realizzate, anche attrattori turistici.

Abbiamo avuto l’opportunità di passare una giornata nella bella città di Salerno, capoluogo di provincia e centro nevralgico per l’intera Regione Campania, che svolge una grande funzione per gli spostamenti lungo la Costiera Amalfitana, una delle zone più famose al mondo che ogni anno attrae milioni di visitatori.

La città nel 2016 ha visto l’inaugurazione di un vero e proprio gioiello architettonico: la nuova stazione marittima progettata dall’Archistar Zaha Hadid, che si è aggiudicata nel 2017 sia l’Excellence in Design dall’American Institute of Architects che il premio della giuria degli A+Awards di Architizer. Noi, in qualità di architetti, non potevamo resistere alla tentazione di visitarla.



Davanti ai nostri occhi si è sicuramente palesata un’opera scultorea, di grande impatto visivo e dal grande valore architettonico, la cui bellezza e importanza sono state però offuscate da visibili segni di degrado e di mala gestione, talmente evidenti da lasciarci con l’amaro in bocca.

La struttura è nata con l’idea di rappresentare “un’ostrica”, ma ad oggi ha perso tutto il suo fascino: a guardarla dall’esterno si nota subito che i colori originali e gli effetti cromatici non ci sono più, lasciando spazio a tonalità grigie e mortificate. Già l’entrata presenta anticipati segni di incuria: l’ampia scalinata d’ingresso è scrostata in numerose sue parti presentando anche crepe lungo le grandi lastre di cemento. Alcune delle scale esterne che portano ai piani superiori, inoltre, sono praticamente divorate dalla ruggine.

La segnaletica scelta è approssimativa e precaria, addirittura quella dedicata alle persone non vedenti o ai possibili pericoli non presenta né cura né attenzione.
La scelta dell’arredamento interno rispecchia un mix di gusti che sconfina nel dozzinale, provocando la spiacevole sensazione di trovarsi in un salotto male arredato, piuttosto che in uno scalo marittimo dal respiro europeo e di innovazione per il Sud.




Il dettaglio che ci ha lasciati maggiormente esterrefatti è la presenza di numerose crepe interne che invadono soffitti e pareti, intaccando in alcune parti anche il lato esterno dell’ostrica. A tratti sembrerebbe che ci siano addirittura infiltrazioni d’acqua, data la presenza di numerose macchie di umidità presenti sui muri e sui pavimenti. Gli infissi, infine, mostrano tracce di ossidazione, oltre all’infausta presenza di svariati vetri lesionati.




In generale, si percepisce dunque la totale mancanza di manutenzione e cura del bene architettonico, che è in primis un bene pubblico da tutelare; inoltre, tale scorretta manutenzione è amplificata dalla presenza dell’edificio a ridosso del mare, che come è facilmente intuibile provoca un più rapido deterioramento delle strutture. Addirittura il Codacons ha presentato una diffida al Comune, chiedendo all’Ente un intervento urgente per la corretta manutenzione del bene.

Il degrado della stazione marittima di Zaha Hadid rappresenta un campanello d’allarme per lo stato in cui versano i nostri beni pubblici, sottolineando la necessità di maggiori investimenti nella manutenzione e nella tutela del patrimonio architettonico. Le foto da noi scattate vogliano essere una spinta per scuotere gli animi e far percepire il bene collettivo come imprescindibile per il nostro futuro. Strutture architettoniche di questo calibro, infatti, devono diventare funzionali all’intera comunità e ciò può avvenire solo conferendo loro il giusto valore sociale e economico.
Speriamo che la bellissima architettura ideata da Zaha Hadid possa presto tornare a splendere nel meraviglioso golfo di Salerno.



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