Social Housing Pavese

Location: Casorate Primo (PV)
Cliente: Fondazione Rho Luigi Vittorio
Project time: 2012

Il progetto, sviluppato nell'ambito del concorso indetto dalla "Fondazione RHO Luigi Vittorio", elabora il tema dell'abitazione sociale con una grande attenzione all’interazione tra spazio pubblico e privato. Già dal nome “Social” non possiamo non aver previsto nel progetto delle aree di aggregazione non solo esterne, ma anche all’interno degli stessi spazi abitativi. Aree comuni in cui gli abitanti incontrandosi, creano senso di appartenenza e di cooperazione.

Il progetto ha previsto l’ideazione di due edifici, come due figure asimmetriche, che si fronteggiano delimitando solo percettivamente, gli spazi del "nuovo parco" circostante. Il verde è pensato come uno “spazio dinamico” organizzato per vaste aree tali da permettere variabilità d’uso, rendendo riconoscibili gli spazi più intimi e relativi alle residenze e quelli più estroversi e di quartiere. Due fasce di rispetto con alberature ad alto fusto e dalla chioma imponente schermano il nuovo edificato dagli edifici circostanti, lasciando i restanti due lati liberi alle interazioni con l'intorno a verde non edificato. Gradualmente, allontanandosi dagli edifici, le superfici a verde diventano più grandi e flessibili, capaci così di accogliere ed assorbire le necessità dell'intorno. Una prima zona è stata destinata ai bambini ed all'intrattenimento con una piccola cavea, ed una zona più esterna è stata destinata alle attività sportive con un campo da calcetto ed uno da Street basket.

Sempre in quest'area più esterna si trova un blocco destinato ai servizi igienici e atto al collegamento con il parcheggio sottostante. Il parcheggio, previsto per assorbire le classiche necessità è stato sovradimensionato in modo da poter contenere un'area destinata al Car sharing, un servizio capace di diminuire nel tempo l'uso dell'auto di proprietà dei nuovi abitanti del complesso. Un anello ciclabile inscrive l'intera area ed una serie di percorsi sia pedonali che ciclabili garantiscono un uso capillare di tutte le superfici a verde e servizi del lotto. Considerando una composizione sociale eterogenea e instabile degli abitanti dei nuovi edifici di edilizia sociale si è cercato di definire differenti tipologie abitative "aperte", variabili nel tempo in base alla domanda abitativa, con grande flessibilità dello spazio interno alle singole unità in modo da poter soddisfare esigenze in continuo mutamento. Superfici che hanno intrinseche capacità di dilatarsi e stringersi, passando da simplex a duplex, da monolocale a bilocale o trilocale senza incidere sulla struttura e sulla forma generale dell'involucro.

La scelta dell'aggregazione a "torre" dà la possibilità di ridurre al minimo gli spazi connettivi, avendone così di più grandi e concentrati ed obbligando quasi gli abitanti ad una maggiore interazione tra loro. Funzioni che fino a ora erano considerate private si spostano verso spazi comuni aumentando la relazione sociale e l’efficienza economica in un insieme sostenibile. Al piano terra un grande spazio comune comprende la zone lavatrici/asciugatrici condivise e spazi per riunioni e attesa in un unico open-space in modo da accelerare e favorire le interazioni e affermare il senso di appartenenza. Così che la giovane coppia possa aiutare l'anziano, mentre quest'ultimo intrattiene il pargolo di famiglia. Ogni pianerottolo, date le dimensioni, è una stanza "libera", un salotto, una sala giochi, una sala da pranzo e una zona Tv. Si è cercato di considerare l’abitante nella sua complessità, l’utente finale e le sue varietà di esigenze legate all’età, alle condizioni fisiche e agli stili di vita. Infine l’ultimo fattore in una progettazione di social housing è il rapporto verso la sostenibilità ambientale è l’efficienza energetica, non solo nella fase di progettazione ma soprattutto nella fase di esercizio degli utenti e nella fase di produzione dei materiali necessari alla costruzione.

Si è previsto l’uso di fonti rinnovabili, l’impatto dei materiali e il loro ciclo di vita, i costi in termini energetici e la configurazione dell’involucro esterno. Proprio fattori come l'involucro esterno e i sistemi passivi hanno definito le linee guida della progettazione concretizzandosi in una forma e in un organismo funzionante ed attivo. Per un'efficienza energetica, alla base del progetto si è puntato molto sull'elevato isolamento dell'involucro edilizio. La forma e l'orientamento sono stati pensati per evitare l'ombreggiamento tra i due edifici e sfruttare al massimo le correnti naturali estive e invernali. Le superfici vetrate, di differenti dimensioni, si dimensionano a seconda dell'orientamento favorendo il guadagno solare passivo. Le acque piovane dei tetti sono raccolte in serbatoi predisposti sui lati esterni di ogni blocco, utilizzate per l'irrigazione e gli scarichi dei bagni. A livello impiantistico sono stati adottati accorgimenti per la riduzione del consumo di energia quali teleriscaldamento, pompe di calore geotermiche, riscaldamento e raffreddamento a pannelli radianti e sistema di ventilazione controllata con recupero termico.

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