Seconda pelle

Location: Roma
Area: 425 mc
Cliente: Società di gestione del Risparmio
Project time: 2020

Può un progetto di una scala di emergenza diventare il pretesto per fare architettura? Sì, se la scala in questione andrà a servire un edificio disegnato dall’architetto Attilio Lapadula e ancora Si se il contesto urbano su cui andrà a sorgere è quello carico di storicità come quello del quartiere EUR a Roma. Il tessuto urbano su cui sorge l’edificio è di elevata qualità e questo ci ha permesso di intraprendere anche studi storici approfonditi sull’intero contesto per poter progettare con intelligenza e meticolosità.

L’edificio presenta sette piani fuori terra, compreso il piano copertura, ed un piano interrato destinato a parcheggio.
Ha uno sviluppo planimetrico ad “S” che si snoda tra un’area verde di pertinenza prospicente il Palazzo dei Congressi di A. Libera ed il parcheggio scoperto di Piazzale dell’Industria, in prossimità del quale sarà da posizionare l’intervento.
La realizzazione della scala di emergenza è finalizzata a garantire il necessario deflusso in sicurezza del personale presente nell’immobile; ha una pianta rettangolare di 6,90x7,50 metri e sarà realizzata con struttura portante centrale in acciaio attorno alla quale gradini e pianerottoli, sempre in acciaio, salgono fino al piano sesto.
Sul lato della scala che prospetta verso la facciata dell’immobile, fino ad una distanza di 2,50 metri da questa, la normativa antincendio prevede di perimetrare il corpo scala con una muratura REI tale da impedire alle fiamme o alle schegge di vetro di raggiungere le persone in fuga.


Ed è proprio da qui che inizia il nostro intervento, in accordo con la Sovrintendenza Capitolina che tutela l’immobile: dalla necessità cioè di progettare una “seconda pelle” tale da schermare alla vista la suddetta muratura di protezione REI.
Come è buona norma in questi casi, l’avvio del progetto è stato lo studio attento della facciata dell’immobile che nel 2008 fu interessata da un acuto lavoro di restauro “interpretativo” nel quale si scelse di accentuare la scansione ritmica verticale della facciata mediante la sostituzione degli infissi originali in alluminio anodizzato di colore grigio chiaro con altri di ultima generazione di colore grigio antracite tale da far spiccare nel colore le lastre in travertino bianco romano con le quali si alternano lungo tutte le facciate dell’immobile.
La netta bicromia così ottenuta ci ha messo nelle condizioni di dover stabilire quale sarebbe dovuto essere il colore della seconda pelle: se utilizzare il travertino bianco romano e metterla così in relazione con le lastre in travertino che corrono dal secondo al sesto piano oppure se utilizzare un rivestimento in pietra lavica-basalto levigato tale da ottenere una continuità cromatica sia con la parte superiore dell’edificio (2-6° piano) che con il piano terra e piano primo rivestiti maggiormente con superfici vetrate oscurate.
Superata la distanza di sicurezza dal prospetto dell’immobile, abbiamo utilizzato un tessuto metallico apposito per il rivestimento delle facciate, di modo tale da avere una superficie omogenea che lascia intravedere la rampa retrostante e garantisce una corretta ventilazione dei vani. Dopo l’imbrunire le vetrate si lasciano attraversare dalle luci degli interni filtrandole con una colorazione ambrata, la stessa colorazione con la quale saranno tinteggiate le superfici interne del vano scala di modo tale da mantenere un legame cromatico anche durante le ore serali.

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