Il Salone del Mobile è una fiera di portata mondiale che ogni primavera, da 64 anni, anima la città di Milano facendola diventare il centro del mondo del Design e non solo.
Il Salone del Mobile nacque grazie allo spirito imprenditoriale di alcuni mobilieri italiani, tra cui Tito Armellini che, dopo aver visitato la fiera del mobile di Colonia, compresero l’enorme impatto che avrebbe potuto avere un simile evento avendo come protagonista il Design Made in Italy.Un aspetto che apprezzo molto del Fuorisalone della MDW è quello di poter vagabondare per la città di Milano alla ricerca di location meno conosciute, dove si incontrano giovani designer provenienti da ogni parte del mondo, che hanno occasione di mettersi in luce grazie alla vetrina di quella che viene ormai considerata come la più grande fiera del design a livello mondiale.
E così, capita di imbattersi in una serie di giovani artisti provenienti da Singapore o dal Giappone, oppure da piccole città dell’Italia, che riescono a creare ed esporre le loro opere dal sapore artigianale, in alcuni casi quasi ingenuo, ma con una grande vitalità ed energia, che li distingue dalle realizzazioni altisonanti e patinate dei grandi designer e dei grandi brand di design; può capitare di conoscere una piccola azienda del Sud Italia che è riuscita a creare una sua realtà produttiva, improntata al recupero e riciclo dei materiali di risulta di siti produttivi, creando degli oggetti o dei prodotti dal design unico e dallo spirito ecologista.
La Milano Design Week è l'appuntamento clou di ogni anno per noi esperti del settore, oltre che per tutti gli appassionati: è il modo migliore, o comunque uno dei modi migliori, per fare networking ed entrare in contatto con architetti e designers, soprattutto emergenti.
Ho trovato molto interessante come è stato sviluppato il tema di quest'anno "Mondi Connessi": è stato appassionante ammirare le diverse installazioni, le idee che i vari brand hanno contribuito a realizzare grazie al genio di vari artisti di fama mondiale; è stato come sempre emozionante osservare come la gente reagisse ed interagisse con tali opere.
Alcune realizzazioni erano assolutamente brillanti. Mi viene in mente, una fra molte, "Library of light" dell’artista Es Devlin: non una semplice installazione, ma la creazione di un vero e proprio spazio, nella meravigliosa cornice della Pinacoteca di Brera, dove i visitatori possono interagire con l’opera di design in cui sono immersi, leggendo e scambiando libri, o fermandosi la sera ad ascoltare brani interpretati da Benedict Cumberbatch.
È una delle visioni migliori dell'architettura e del design: quella che rende ambiente e persone parte di un unicum armonico ed avvolgente.
La Milano Design Week 2025 ha dimostrato ancora una volta come architettura e design possano fondersi in esperienze sensoriali, sociali e culturali. Una manifestazione che non è solo vetrina commerciale, ma laboratorio vivo di idee, contaminazioni e visioni sul futuro dell’abitare.
Per chi lavora nel settore, come noi di FAD studio, è un appuntamento irrinunciabile: un momento di ispirazione e connessione, dove l’eccellenza incontra la sperimentazione, e il design si trasforma in linguaggio universale.