Roma, con la sua millenaria storia intrecciata di arte e architettura, durante il periodo natalizio si accende di un fascino unico. Ogni angolo della città eterna offre uno scorcio che racconta di epoche passate, ma in questa stagione speciale alcune mostre propongono un dialogo tra tradizione e innovazione, catturando l’interesse di architetti e appassionati di design.
Vi suggeriamo 5 esposizioni davvero imperidibili.
Al MAXXI - Museo delle Arti del XXI Secolo, "Architettura Instabile" esplora il movimento come una qualità intrinseca dell'architettura contemporanea.
In una città come Roma, dove l'immagine dell'architettura è spesso legata a solidità e permanenza, questa mostra ci offre l’occasione di riflettere sul concetto stesso di instabilità, inteso non come difetto ma come opportunità.
Curata dal celebre studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro, noto per il suo approccio sperimentale e visionario, la mostra si radica nell’idea che l’architettura, in un mondo segnato da continui cambiamenti climatici, sociali e tecnologici, non possa restare immobile. Al contrario, deve adattarsi, trasformarsi e rispondere in modo fluido alle esigenze dei suoi fruitori e dell’ambiente circostante.
I progetti esposti, tra cui il celebre The Shed di New York e un modulo originale della visionaria Nakagin Capsule Tower di Tokyo, sono testimonianze vivide di questa visione: edifici che respirano, si muovono e si trasformano.
All’interno delle maestose Terme di Diocleziano, la mostra "Tony Cragg. Infinite forme e bellissime" indica la scultura come un ambito che non riguarda la creazione di un ornamento per il mondo, bensì direttamente, di un suo strumento di indagine.
Le opere dell’artista inglese, tra i più celebri della scultura contemporanea, ci propongono un viaggio nel mondo minerale e vegetale, attraverso diciotto sculture di medie e grandi dimensioni, realizzate negli ultimi due decenni, esplorando i materiali più variegati, quali bronzo, legno, travertino, fibra di vetro e acciaio.
Le affascinanti sculture biomorfe di Cragg, sembrano mutare mentre le si osserva, le sinuose superfici delle opere contrastano e al tempo stesso si armonizzano con le possenti strutture romane, creando una sintonia con gli ambienti che le accolgono. Questa esposizione invita gli architetti a riflettere sulla versatilità dei materiali e sul rapporto tra forma e spazio. Le Terme di Diocleziano, uno dei più grandi complessi termali dell’antichità, aggiungono profondità al dialogo tra storia e innovazione.
Alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, "Il Tempo del Futurismo" celebra l’ottantesimo anniversario della morte di Filippo Tommaso Marinetti, portando alla ribalta la relazione tra scienza, tecnologia e arte.
Roma, da sempre luogo di grandi narrazioni storiche, diventa qui un laboratorio di idee che proiettano nel futuro. Un futuro profetizzato dagli stessi futuristi ed oggi divenuto un tema di riflessione attualissimo, se si pensa alla rivoluzione appena iniziata con l’avvento dell’intelligenza artificiale: la macchinizzazione dell’umano e l’umanizzazione della macchina.
In mostra circa 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, proiezioni cinematografiche, assieme ad automobili, motociclette ed un idrovolante, tutti rigorosamente dell’epoca. Non potevano poi mancare libri e manifesti futuristi. Una grande mostra quindi ma anche un’occasione per noi architetti di non avere paura del progresso tecnologico ma anzi di metabolizzarlo per continuare a rinnovare sogni e linguaggio del progetto.
In occasione del centenario dalla nascita del grande scultore spagnolo, la mostra personale su Eduardo Chillida è un’occasione straordinaria per poter ammirare, per la prima volta dopo trentadue anni, quarantuno opere dell’artista tra disegni, sculture e “gravitazioni”, ospitate all’interno dell’istituto Cervantes in Piazza Navona.
Il percorso dell’esposizione si apre con una serie di disegni figurativi del primo periodo dove già emergono quelle forme e linee curve che caratterizzeranno il suo lavoro successivo.
In mostra anche 17 “gravitazioni”, delicate opere bidimensionali realizzate con diversi strati di carta tagliati e legati assieme da corde, essi esplorano le qualità ed i limiti dello spazio e della sua profondità. Sembrano quasi voler afferrare lo spazio, le tre sculture in ferro che gli valsero il premio come miglior scultore nella biennale di Venezia del 1958. Questa mostra rappresenta per noi architetti, un’occasione importantissima di percepire lo spazio in un modo unico e senza paragoni.
Infine, al Parco Archeologico del Colosseo, "Göbeklitepe: L'enigma di un luogo sacro" trasporta i visitatori in un viaggio verso le origini della civiltà.
Il sito turco, inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2018, rappresenta il più antico luogo monumentale mai scoperto (tra il 9.500 a.C. e l’8.200 a C.).
Con le sue straordinarie strutture megalitiche a forma di T, decorate con rilievi animali e motivi astratti, è una testimonianza di come l’architettura abbia da sempre rappresentato un mezzo per esprimere il sacro. Non solo, la scoperta di questo sito può riscrivere la comprensione della storia umana durante il passaggio tra Paleolitico e Neolitico, segnando la nascita delle prime società stanziali e non più nomadi.
Questa mostra è un promemoria per gli architetti di come la progettazione possa trascendere il tempo, radicandosi nelle necessità spirituali e culturali dell’uomo.